I militanti della Lega cambiano pelle. Ma tutti?

“Abbiamo avuto istruzioni dal Provinciale di procedere alle richieste di passaggio militanza dalla Lega Nord alla Lega Salvini Premier.

Quindi per chi fosse interessato a vedersi riconoscere la militanza alla Lega Salvini Premier, apriremo la sezione martedi 21 luglio dalle ore 14 alle ore 18 e mercoledi 22 luglio dalle ore 15 alle ore 19.

È necessario portare una *fototessera*, una *fotocopia della tessera militante Lega Nord 2020* che dovreste aver già ricevuto gratuitamente a casa e la *tessera Lega Salvini Premier 2020* (per chi non l’avesse ancora fatta possiamo farla in sezione contestualmente). Chi non potesse venire martedi o mercoledì ma fosse comunque interessato a mantenere la militanza, lo segnali e troveremo un’altra data utile.

In ogni caso il modulo andrà compilato e sottoscritto in sezione dal diretto/a interessato/a.”

Un messaggio simile stanno ricevendo in questi giorni i militanti della Lega Nord, coloro che, per intenderci, hanno ricevuto gratuitamente a casa la tessera Militante Lega Nord 2020.

Si completa così la metamorfosi. Da autonomisti, federalisti  e indipendentisti  viene sancito il passaggio a nazionalisti e sovranisti. Un po’ come se uno del PD passasse di colpo in Forza Nuova o viceversa.

Si perché, seppur si cerchi di farlo passare come un mero passaggio formale dal vecchio (e commissariato) partito al nuovo partito personale di Salvini, di fatto chi prenderà quella tessera, magari dopo aver militato per tanti anni nella vecchia Lega Nord, sancisce la logica del leader e non quella delle idee.

Ricordiamo tutti i proclami di tutti gli attuali leader inneggianti all’indipendenza salvo poi ritrovarsi negli ultimi anni in piazza sventolando il tricolore. Da “Roma ladrona”, “Padroni a casa nostra” , “Prima il Nord” che erano gli slogan del vecchio partito, si passa a “Prima gli italiani”.

Un passaggio profondamente culturale, non tanto per la dirigenza la cui scelta è quasi sempre motivata dall’aver tratto vantaggio in termini di posti e potere, ma per i tanti militanti che magari nel 1996 erano schierati sul Po mentre Bossi leggeva la dichiarazione di Indipendenza della Padania.

Questa è una mutazione genetica perché oltre ad assistere ad un cambio di nome, di tessera e di slogan, assistiamo ad una profonda mutazione strutturale. Le sezioni, che erano l’asse portante del partito di Bossi, oggi sempre più vengono chiuse. Costano, producono poco consenso rispetto a quanto ne produce il leader sui social e soprattutto permettono di dibattere, cosa divenuta assolutamente inutile.

Matteo Salvini è stato bravissimo ad esaltare ciò che aveva iniziato prima di lui Matteo Renzi.  Sostituire il partito di persone con il partito virtuale. Una operazione studiata nei minimi dettagli ed orchestrata magistralmente dalla struttura di comunicazione della Lega, la cosiddetta “Bestia” di Morisi.

La differenza tra Bossi e Salvini è tutta qui. Bossi era un leader politico, Salvini un oracolo. Stiamo assistendo ad un fenomeno di culto della personalità indipendentemente dalle idee che il leader proclama. Se leggiamo la definizione di Wikipedia (Il culto della personalità è una forma di idolatria sociale che generalmente si configura nell’assoluta devozione a un leader, solitamente politico o religioso, attraverso l’esaltazione del pensiero e delle capacità, tanto da attribuirgli doti di infallibilità) comprendiamo che non siamo lontani da questa definizione osservando i comportamenti dei cosiddetti fan salviniani.

Capiamo quindi bene che non sono solo i famosi 49 milioni che hanno portato ad un cambio così radicale bensì la necessità di rompere con il passato, lasciarsi alle spalle il fantasma di Umberto Bossi che avrebbe comunque continuato ad aleggiare nel movimento da lui creato.

Matteo Salvini doveva creare una cosa “sua”. E forse ha aspettato troppo per concludere il processo che partì con “Noi con Salvini” al Centro Sud alcuni anni fa. Sta cambiando la pelle ai militanti quando ormai una fetta di consenso se ne è andato, quando gli indici di gradimento personale sono in calo e le piazze, complice anche il Covid, non si riempiono più come un anno fa.

Resta da capire che valore avrà questa tessera da militante della Lega Salvini Premier. La vecchia tessera veniva ottenuta dopo tanti passaggi, a partire dall’attesa di un anno prima di poterla richiedere durante il quale era necessario dimostrare di meritarla lavorando attivamente per il movimento. Questo era anche un fantastico filtro messo in campo da Bossi per impedire le infiltrazioni dall’esterno.

Oggi nel nuovo partito di Salvini sono più le infiltrazioni dei militanti, non si contano le persone entrate saltando qualunque procedura ed occupare immediatamente posti di rilievo.

Ma un castello che si regge su una sola carta, seppur un asso, prima o poi crolla.

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Gianantonio Bevilacqua, giornalista pubblicista dal 1998 Ordine dei Giornalisti - Regione Lombardia. , Esperto di difesa e politica

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