
E ci siamo con l’Autonomia nei fatti. Il GOvernatore del Veneto Luca Zaia, emana il 6 luglio 2020 una nuova ordinanza restrittiva che coinvolge anche coloro che in Veneto entrano provenienti dall’estero.
Le novità introdotte dall’ordinanza di oggi riguardano anche e soprattutto il contrasto all’arrivo del Covid dall’estero, importato da chi si sposti per lavoro o vacanza.
i tamponi per i lavoratori che tornano dall’estero (da determinati Paesi elencati all’interno del documento), che diventano obbligatori, così come la segnalazione per il paziente positivo con sintomi che rifiuti il ricovero – parte una “denuncia d’ufficio” – e per i positivi che violino l’isolamento fiduciario.
L’ordinanza (Ordinanza n. 64 del 6 luglio 2020) è valida fino al 31 luglio ma ciò che stupisce è l’elenco dei paesi esteri per cui non vale l’ordinanza e per i quali viene di fatto creato un corridoio saniatario.
Riportiamo integralmente questa lista :
Il Veneto da oggi, 6 luglio, impone dunque regole per chi rientra dall’estero esclusi 36 Paesi per cui esiste un corridoio sanitario.
Ecco quali:
1. Austria 2. Belgio 3. Bulgaria 4. Svizzera 5. Cipro 6. Repubblica Ceca 7. Germania 8. Danimarca 9. Estonia 10. Grecia 11. Spagna 12. Finlandia 13. Francia 14. Croazia 15. Ungheria 16. Irlanda 17. Islanda 18. Liechtenstein 19. San Marino 20. Lituania 21. Lussemburgo 22. Lettonia 23. Malta 24. Paesi Bassi 25. Norvegia 26. Polonia 27. Portogallo 28. Romania 29. Svezia 30. Slovenia 31. Slovacchia 32. Regno Unito e Irlanda del Nord 33. Andorra 34. Principato di Monaco 35. Stato della Città del Vaticano 36. Italia
E qui la cosa diventa godereccia. Nei 36 paesi esteri per cui esiste un corridoio sanitario all’ultimo posto, il 36mo chi troviamo? l’Italia.
Il vero governatore supera Crozza. Rispetto alla Regione Veneto l’Italia viene considerata come “paese estero”. Questo forse un lapsus che però la dice lunga sul sentimento dei veneti, la dice lunga su come considerino il resto del paese.
La spaccatura è ormai evidente, è sotto gli occhi di tutti. Non passa giorno che non vi sia un battibecco tra le regioni del Nord e quelle del Sud. E niente di simile accade ad esempio tra le regioni del Nord e le confinanti nazioni come Svizzera, Francia o Austria.
Quanto tempo il paese impiegherà a prenderne atto non lo sappiamo ma l’evidenza è chiara a tutti e non potrà non essere uno dei temi principali del dibattito politico dei prossimi mesi e anni. La corda, si sa, quando troppo la si tira,…..si spezza.
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