E’ ora di ridurlo, per salvare la vita delle persone. Orario di lavoro.

Quaderni d’economia di Marcus Dardi

Già la definizione mi fa star male: «qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni

Si parla dell’orario di lavoro.
In Italia dal 1925 è sancita la legge che stabilisce: per un massimo di 8 ore giornaliere e 48 ore settimanali, con un massimo di 2 ore di straordinario giornaliero per un massimo di 12 ore settimanali.
Ciò non vale per le posizioni manageriali e di supervisione che non hanno limiti.
(Ecco perché mi han fatto fare un briciolo di “carriera”, per non pagarmi gli
straordinari).
Facciamo un po’ di storia, dove si evidenzia la crudeltà di questo sistema economico sociale: alla fine dell’800 quando la rivoluzione industriale, iniziata a fine ‘700 in Inghilterra divenne matura anche in Italia, nelle filande, le aziende più diffuse del tempo, si lavorava 16 ore al giorno.
Il lavoro più duro lo svolgevano le donne che dovevano sbobinare i bachi immersi in vasche di acqua bollente.
Nel 1899 venne introdotta una legge migliorativa che fissava a massimo 12 ore il lavoro e l’esclusione dal lavoro notturno per le donne e i ragazzi dai 13 ai 15 anni.
Nei primi del ‘900, quando c’erano ancora i veri socialisti, a Torino vi furono diversi scontri sociali per ridurre l’orario di lavoro a 10 ore giornaliere. Naturalmente il padronato tutto, perseverando lo stile neoclassico dell’economia basata sullo schiavismo delle masse, gridava allo scandalo denunciando l’aumento dei costi di produzione.
Come motto per conquistare le otto ore di lavoro giornaliere vi fu una canzone che diceva così “Se otto ore vi sembran poche provate voi a lavorar e proverete la differenza di lavorare e di comandar”.
L’accordo per le 48 ore viene stipulato il 20 febbraio 1919 per il settore metalmeccanico.

Con il Regio Decreto 692 del 1923 (convertito in legge 473 il 17/4/1925) si estende a tutte le categorie l’orario di lavoro massimo di 8 ore giornaliere o 48 settimanali.
Non tutti gli industriali sono però bastardi.
Giovanni Agnelli, preoccupato da una crescente disoccupazione, in un’intervista all’agenzia di stampa USA United Press, nel lontano 1932 disse “La riduzione proporzionale e generale delle ore di lavoro risolve il problema di distribuire il lavoro equamente fra tutti gli uomini”. Agnelli conveniva che con l’aumento della tecnologia si potevano produrre gli stessi beni sempre con meno lavoratori e che quindi per evitare la disoccupazione ciascun lavoratore avrebbe dovuto lavorare meno ore.
Nel 1973 verrà introdotta in Italia la settimana di 40 ore con il sabato libero.
Nel 1997 si incomincia a parlare, grazie a Rifondazione Comunista, di un orario di lavoro di 35 ore alla settimana. Ma il progetto è stato prima boicottato e poi dimenticato.


Nel 2015 a Gotheborg, in Svezia, è stato ridotto l’orario di lavoro a sei ore al giorno nelle case di riposo e nell’ospedale municipale senza variazione di stipendio. Bene i risultati sono stati sorprendenti, meno ore di malattia, più entrate fiscali dovute all’assunzione di più personale, meno disoccupati e lavoratori più felici.
Recentemente la Premier socialdemocratica Finlandese, Sanna Marin, ha proposto di ridurre l’orario di lavoro a 4 giorni alla settimana per sei ore al giorno.
24 ore alla settimana per avere più tempo per se stessi, per dedicarsi di più alla famiglia, alle proprie passioni e accrescere la propria cultura, oppure anche solo per oziare, che male c’è?


Oggi nel 2020, con una tecnologia ancor più elevata di quella del 1973 e con una disoccupazione alle stelle, si potrebbe davvero ridurre l’orario di lavoro con la possibilità, per molte persone, di lavorare da casa.
E’ assurdo spendere dalle 2 alle 4 ore al giorno di tempo per recarsi in ufficio, dove ci si arriva già stanchi morti.
La flessibilità dell’orario di lavoro inoltre, per molte professioni, dovrebbe andare a vantaggio del lavoratore che deve aver la possibilità di gestire il tetto massimo di ore lavorate come meglio crede, in base alle sue necessità personali.

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Un abbraccio/ a big Hug
Marcus Dardi

E’ ora di ridurlo, per salvare la vita delle persone. Orario di lavoro. 2 Nord Notizie
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