
Quaderni d’economia di Marcus Dardi
San Tommaso d’Acquino fu un Frate dominicano, un teologo e un Dottore della Chiesa. Nacque a Roccasecca (FR) nel 1225 e morì nell’Abbazia di Fossanova (LT) nel 1274 a 49 anni.
Era definito, per la sua immensa cultura, “Doctor Angelicus”.
Fu contemporaneo di Federico II di Svevia, che fu uno dei più grandi imperatori del sacro Romano Impero, colui che fece della Sicilia il giardino dell’impero e colui che introdusse l’italiano come Lingua Colta e lingua ufficiale della letteratura.
Tommaso d’Acquino fu il maggior esponente della Filosofia Scolastica del 1200.
La scolastica fu fondata da Carlo Magno per dare ordine e uniformità d’insegnamento in tutto l’impero. Di matrice aristotelica la scolastica univa fede e ragione.
Ma cosa c’entra San Tommaso D’Acquino, Dottore della Chiesa con l’economia?
C’entra, c’entra. Eccome se c’entra.
San Tommaso d’Acquino era un forte sostenitore delle tematiche del “giusto prezzo” e del “giusto salario”.
San Tommaso sosteneva che il prezzo delle merci doveva essere libero da vincoli di monopolio, doveva essere formulato partendo dal costo di produzione aumentato da un profitto moderato ed equo e da un giusto salario del lavoratore. Condannava l’usura sotto ogni aspetto ed era contrario agli interessi speculativi sui prestiti. Non vedeva di buon occhio neppure l’accresciuta proprietà privata della nuova classe borghese.
Per lui e per tutta la scolastica la moneta non aveva un valore intrinseco ma era solo una convenzione umana per favorire lo scambio delle merci.
Queste teorie furono riprese molti secoli dopo, nell’800, con le teorie dell’economia classica e con il pensiero marxista.
Cosa ci insegna tutto questo?
Che oggi non stiamo inventando nulla, moltissimo è già stato detto e scritto, dobbiamo avere solo l’umiltà di apprendere dal passato e di aggiornare, col Buonsenso le varie teorie economiche e filosofiche integrandole con lo sviluppo tecnologico: questo sì davvero moderno ed innovativo.
Un abbraccio/ a big Hug
Marcus Dardi

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