
Misteriosi ma neanche troppo i motivi che hanno spinto uno dei più grandi giornalisti del nostro tempo alle dimissioni dal suo ordine.
Lo ha annunciato Vittorio Sallusti sul “Il Giornale” che pur demandando allo stesso Feltri le spiegazioni sulla scelta, aggiunge “ma io immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione».
“Dovete sapere – prosegue Sallusti –che per esercitare la professione di giornalista bisogna essere iscritti all’Ordine – inventato dal fascismo per controllare l’informazione – e sottostare alle sue regole deontologiche, che oggi vengono applicate con libero arbitrio da colleghi che si ergono a giudici del pensiero altrui in barba all’articolo 21 della Costituzione, che garantisce a qualsiasi cittadino la libertà di espressione in ogni forma e con ogni mezzo. In pratica puoi fare il giornalista solo se ti adegui al pensiero dominante, al politicamente corretto. Chi sgarra finisce nelle grinfie del soviet che, soprattutto se non ti penti pubblicamente, ti condanna alla morte professionale. A quel punto sei fritto: nessun giornale può più pubblicare i tuoi scritti e se un direttore dovesse ospitarti da iscritto sospeso o radiato farebbe automaticamente la stessa fine. Se invece ti dimetti dall’Ordine, è vero che non puoi più esercitare la professione – e quindi neppure dirigere -, ma uscendo dal controllo politico puoi scrivere ovunque, senza compenso, come qualsiasi comune cittadino”.
Se il grande Vittorio vuole parlare di Autonomia a 360 gradi, dai vincoli posti dall’Ordine a quelli, ben più frustranti posti da Roma, naturalmente nordnotizie.it è a sua disposizione.
Attendiamo quindi a ore l’intervento dello stesso Feltri ed, immancabilmente, subito dopo quello di Crozza…….
Fonte Aska News
Plg
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