
Pisano di nascita ma ligure d’adozione Alfredo Biondi più volte parlamentare, è stato Ministro per le politiche comunitarie (1982 1983), Ministro per l’ecologia (1983-1985) e Ministro di grazia e giustizia (1994-1995), muore all’età di 91 anni.
UdC, Forza Italia ma da sempre profondo liberale, ritorna a fine carriera nel 2011 nel PLI di cui è stato anche segretario.
Nel 1968 fu eletto per la prima volta deputato in Liguria nelle file del Partito Liberale Italiano. Ha vissuto tutta la prima Repubblica, quella che la seconda Repubblica ha cancellato sulla scorta degli scandali di tangentopoli e delle monetine a Bettino Craxi.
Avessero immaginato gli uomini della seconda Repubblica, Bossi in testa come sarebbe stata la terza, forse avrebbero digerito anche le sovvenzioni ai partiti socialisti e democristiani.
Il nome di Alfredo Biondi non brilla per essere uno dei fondamentali personaggi della prima repubblica ma di quell’epoca è stato fino ad oggi rappresentante e protagonista. Nei governi Fanfani, Craxi e più di recente Berlusconi ha comunque rappresentato un mondo politico che certamente ha seminato inchieste giudiziarie ma era composto da gente che la politica sapeva bene cosa fosse e come affrontarla. Era gente comunque preparata, che usciva dal dopoguerra e dalla costituente. Gente che si, parlava politichese ma aveva uno spessore minimamente paragonabile alla politica trash di oggi, dove il protagonismo e la propaganda sono tutto ed il resto, la parte principale del politico, è niente.
Alfredo Biondi era all’ala più a destra prima del “quasi reietto Almirante” e comunque rappresentante di un epoca dove le idee esistevano ancora. I comunisti facevano i comunisti, i missini facevano (di nascosto) i fascisti ed in mezzo i democristiani onoravano il loro nome. Era l’epoca di Peppone e Don Camillo.
Ecco, Alfredo Biondi era uno degli ultimi rappresentanti di quel tempo. Non esiste un tempo migliore degli altri ma, guardando alla sterilità della capacità politica di oggi, per niente focalizzata sulle idee ma solo sul potere, un po’ di nostalgia nasce.
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