
di Marcus Dardi
La musica è una straordinaria macchina del tempo, ti permette di viaggiare solo nel passato e ti fa ritornare nel presente alla velocità del pensiero. Ma quando torni all’oggi però ne ritorni arricchito di storia.
La mantovana, conosciuta meglio come: fuggi, fuggi, fuggi, ci fa rivivere l’atmosfera della corte dei Gonzaga a Mantova. E’ una canzone popolare scritta verso la fine del XVI secolo. Vi sono diverse varianti di testo sulla stessa musica. L’origine della canzone si fa risalire a Giuseppino del Biado. L’inno nazionale israeliano contiene delle battute di questa musica.

Questa musica divenne molto popolare perché divenne una musica da ballo alla corte dei Gonzaga e fu ascoltata e ballata da tantissime persone. Gli Spagnoli che nel ‘600 scorrazzavano per l’Italia la portarono nelle Americhe, i turchi la impararono dai veneziani durante il più lungo assedio della storia (quello di Creta ,22 anni, dal 1647 al 1669 in cui i veneziani erano sotto scacco dei turchi).
Per via dei turchi il ballo di Mantova divenne famoso in tutti i Balcani diventando anche una musica zigana e poi persino yiddisch.
Forse due parole sui Gonzaga sarebbe giusto spenderle. Sono stati una delle famiglie principesche più importanti d’Europa. Sono stati abilissimi nell’organizzare matrimoni politicamente vantaggiosi fino a legare il loro prestigio alla casata più importante d’Europa, quella degli Asburgo.
Furono inoltre estremamente lungimiranti in quanto era forti sostenitori delle arti visive (pittura e scultura), letterarie, musicali e teatrali. La loro compagnia teatrale di corte, quella dei “Gelosi”, divenne la compagnia teatrale, della Commedia dell’Arte, più importante d’Europa che faceva tournée in tutte le corti europee portando la nostra arte ovunque.
TESTO
Fuggi fuggi fuggi da questo cielo
Aspro e duro e spietato gelo
Tu che tutto imprigioni e leghi
né per pianto ti frangi o pieghi
fier tiranno, gel de l’anno
fuggi fuggi fuggi là dove il Verno
su le brine ha seggio eterno.
Vieni vieni candida vien vermiglia
Tu del mondo sei maraviglia
Tu nemica d’amare noie
dai all’anima delle gioie
messaggera per Primavera
tu sei dell’anno la giovinezza
tu del mondo sei la vaghezza.
Vieni vieni vieni leggiadra e vaga
Primavera d’amor presaga
Odi Zefiro che t’invita
e la terra che il ciel marita
al suo raggio venga Maggio
vieni con il grembo di bei fioretti
vien su l’ale dei zefiretti.
Un abbraccio/ a big Hug
Marcus Dardi

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