RECOVERY FUND: TRA BUZZURRI, URLATORI E ASSENTEISTI

Copyright Filippo Attili

Tra ripetute mie odierne rivendicazioni su FB circa la necessità di espletare un minimo di bon ton da parte di tutti, soprattutto dei politici (ogni riferimento a ciliege veronesi è puntuale) e la moltitudine di critiche che si sta abbattendo sugli Stati Generali contiani, ho pensato di riempire questo sonnolento pomeriggio con alcune riflessioni sul Recovery Found ed annesse riforme.
Dicono tutti che il virus ha causato una enorme crisi economica mondiale. In realtà a bloccare l’economia è stata la scelta di chiudere le persone in casa allo scopo di salvaguardarne la salute. In alcuni Stati si è scelto di chiudere per poche settimane, in altri di non chiudere mai. Al centro delle diverse scelte c’era il valore della vita dei propri cittadini e la capacità di assorbimento dell’urto virale da parte delle strutture sanitarie di ogni singolo stato.
In Italia la chiusura è durata sette settimane e ai primi di maggio si è ricominciato gradualmente a riaprire attività e mobilità delle persone. Sette settimane che in Italia hanno contribuito a mettere in evidenza le già gravi condizioni negative preesistenti: scuola pietosa, infrastrutture obsolete in lista d’attesa per il crollo, burocrazia talmente soffocante che tra un po’ si autostrozza, sistema fiscale da incubo per tutti, clientelismo a gogo. Ma la cosa più grave dell’Italia che il virus è riuscito ed evidenziare è la seguente: i migliori non sono funzionali ad uno Stato Vecchio. Se ne sono andati all’estero oppure si fanno legittimamente i fatti loro cercando di schivare le rogne appena appaiono all’orizzonte. In compenso da un po’ di anni primeggiano solo cialtroni e urlatori vari: perfetti per uno Stato Vecchio. Ultimamente anche i buzzurri sono diventati succulenti oggetti del desiderio.
A smascherare questo annoso e senile tran tran in cui tutti i partiti hanno sguazzato impunemente catturando di volta in volta le proprie fette di elettorato da intortare a piacere con burro, marmellata e curaro (quello che ti paralizza per intenderci ma non ti toglie il dolore), ci ha pensato un tondo misterioso virus con tutte le conseguenze che conosciamo. Adesso che il re è nudo non solo in Italia, ma con diverse tonalità di nudità anche negli altri paesi europei, occorre coprirsi con abiti perché girare con le pudenda al vento …. non è il caso.
Ecco che la BCE mette a disposizione camionate di miliardi di euro anche per l’Italia a patto che vengano utilizzate per riformare scuola, tutte le infrastrutture comprese quelle della comunicazione, la gestione economica e quella fiscale, la sanità, la gestione burocratica-istituzionale.
Così il Presidente del Consiglio Conte organizza gli Stati Generali a Villa Pamphili ai quali è stato invitato il mondo intero, per decidere come spenderle. Stati Generali che sono criticatissimi da tutti: inutile show, troppo lungo, ritarda le riforme, passerella per Conte, dispendioso causa i lauti pasti che vi si consumerebbero alla faccia dei poveri, e via discorrendo.
Se in Italia non fossero rimasti solo i cialtroni, gli urlatori e i buzzurri, certamente non c’era bisogno di organizzare gli Stati Generali. E comunque basterebbe che i preparatissimi criticoni invece di fare gli assenteisti, vi partecipassero se non altro per ricordare quanto le riforme fiscale e burocratica siano intimamente interconnesse con quella istituzionale e che uno stato federale o che riconosce forti autonomie territoriali riesce a snellirsi ed alleggerirsi da vecchiume e curaro tanto da far correre I’Italia dopo anni di dolorosa paralisi. Basta guardare alla Germania, alla Svizzera o agli USA. Ma non per sdoganare scemenze tipo “compilo una carta e mi danno 500,000 franchi a ufo”. Che questa è la madre di tutte le riforme che abbisogna proprio di tutti questi miliardi. Che adesso è arrivato il momento di cambiare la faccia dell’Italia per i prossimi trent’anni e che questa faccia dovrà essere completamente diversa da quella attuale. Altrimenti moriamo.
Ecco. Penso alla mia Lombardia, che nonostante appesantita da pietroni e corde, riusciva ancora a dare. Oggi, ferita e con il rischio di rimanere con le chiappe al vento per i troppi cialtroni che vi scorrazzano, non ha nessuno sufficientemente autorevole che la rappresenti e che abbia il coraggio di presentarsi agli Stati Generali di Conte, anche senza invito, a spiegare che l’autonomia è libertà, responsabilità, è l’infrastruttura di crescita di base per tutte le altre regioni. Potrebbe essere la nuova faccia dell’Italia per i prossimi trent’anni. Ovviamente sottraendo prima buzzurri, urlatori ed assenteisti oltre che i cialtroni. Nelle sottrazioni il resto è ciò che conta.



About Irene Aderenti 3 Articles
Editorialista di NordNotizie - Ex Senatrice della Repubblica

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