Quarantena finita: la gente torna in piazza! Giusto? E chi lo sa..

Sarà stata la lunga quarantena, saranno state le decisioni del governo intraprese per arginare la pandemia COVID-19 ma questo inizio di giugno ci lascerà una certezza: la gente ha ancora voglia di scendere in piazza. E lo ha fatto in barba alle limitazioni imposte dai vari decreti governativi.

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Ha iniziato il vulcanico generale Pappalardo ai suoi gilet arancioni ha manifestato in diverse piazze italiane. La principale a Milano dove al grido di “La pandemia non esiste” ha manifestato contro il governo inneggiando al ritorno alle “lira italica”. Tutto ciò, va ricordato, gli è costata una denuncia per violazione delle disposizioni che riguardano il Dpcm nella parte relativa al divieto di assembramento e all’obbligo di indossare protezioni individuali per contenere il contagio del virus Covid 19. In tutta risposta il vulcanico generale Antonio Pappalardo, che viene chiamato capitano dai suoi, che per un militare suona come un declassamento più che un riconoscimento, ribatte esclamando durante un’intervista rilasciata all’agenzia AdnKronos “Io denunciato? Ma da chi? Da quelli che non sono neanche costituzionali? E dov’è il reato? La situazione è all’inverso, è il governo che è responsabile di reati gravissimi, altro che mascherine. Li denuncio io”

Questo è stato solo il primo atto di un weekend lungo, causa ponte festivo, che è stato denso di iniziative politiche.

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Il centrodestra, stavolta almeno apparentemente riunito, quasi come se il governo precedente che ha visto la forza di maggioranza della coalizione, la Lega salviniana, allearsi coi nemici giurati del Movimento 5 Stelle, non fosse mai esistito. In un primo momento sia Salvini sia la Meloni avevano annunciato una mega manifestazione a Roma per il 2 giugno, festa della Repubblica, poi rimandata al 4 luglio. Ma è stata solo una parziale retromarcia, dettata dalle restrizioni di legge, e quindi i due leader hanno optato per mini manifestazioni in varie città, che poi proprio tanto mini non sono state, specie quella di Roma. Va detto che Berlusconi non ha partecipato, preferendo continuare la sua quarantena in Costa Azzurra, ed ha inviato il fedelissimo Tajani.

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Anche a Roma però, come a Milano per la manifestazione dei gilet arancioni, è successo di tutto. Assembramenti, distanze non rispettate, mascherine abbassate o inesistenti ecc. ecc.. Chissà se come è stato per il generale-capitano Antonio Pappalardo anche gli organizzatori della manifestazione capitolina verranno denunciati. Credo che anche loro in qualche modo lo desiderino, loro che hanno sempre denunciato l’esistenza di una giustizia a senso unico e non esattamente uguale per tutti. Destino comune per i due capitani?

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E il governo in tutto questo? Beh diciamo che il governo se l’è un po’ andata a cercare. Annullata giustamente la parata delle forze armata del 2 giugno a Roma, ha pensato bene di far volare gli aeroplanini delle frecce tricolori nei cieli di tutta Italia, spendendo, a quanto pare, una barcata di soldi in un momento in cui tantissime famiglie non hanno ancora ricevuto né i denari della casse integrazione, né il contributo di 600 euro dovuto alla partite iva e ai cococo. E poi si stupiscono se la gente scende in piazza per contestarli.

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Ma in questo 2 giugno si è visto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Finalmente oseremmo dire. Infatti il grande assente in questi mesi è uscito dal Quirinale e si è recato a Codogno dove ha trovato le autorità lombarde che invece di chiedergli conto del processo di autonomia arenato ormai da troppo tempo e dei 54 miliardi di residuo fiscale che ogni anno il territorio avanza dallo stato centrale, hanno pensato bene di ringraziarlo ed omaggiarlo. Ma tant’è: era la festa dell’italica repubblica. Ce ne ricorderemo.

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Festa della repubblica che ha visto anche un’iniziativa tanto singolare quanto significativa. Proprio ieri 2 giugno 2020 sono cambiati i confini nazionali. Ebbene si, avete capito bene. Da ieri il Brennero non è più il confine tra Austria ed Italia. È stato spostato molto più a sud, all’inizio della provincia di Bolzano. Purtroppo però solo per ieri. Infatti il 2 giugno, in concomitanza con una ricorrenza che loro definiscono non appartenergli, gli Schützen altoatesini hanno messo in scena quella che noi riteniamo essere l’unica manifestazione degna di cronaca. Dopo aver posizionato dei cartelli di confine più a sud rispetto al Brennero, si sono recati alla frontiera ed hanno avvisato gli automobilisti in transito che erano ancora in territorio austriaco e che l’Italia iniziava più a sud. Di seguito riproponiamo la video intervista in esclusiva del comandante degli Schützen altoatesini Jurgen Wirth Anderland.

L’unica manifestazione degna di cronaca dicevamo. Si perché perpetrata da un gruppo civico e non da un movimento o un partito politico e questo la rende sicuramente molto più sincera e spontanea. Ed a mio personale parere assolutamente condivisibile.

Tutto il resto si può tranquillamente archiviare come mera propaganda politica.

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Regista televisivo e teatrale

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