Passare dalla “pancia della gente” al “colon” è un attimo.

Incresciosi! Vigliacchi! Aberranti! Ignobili! Non si sa più come definirli i fatti accaduti in questi giorni a danno del Governatore della Lombardia Attilio Fontana, fatti che, ricordiamo, hanno costretto la Procura della Repubblica di Varese ad assegnare una scorta al Presidente della Regione.

Certo questi accadimenti inducono ad una serie di riflessioni.

La prima domanda che mi è balenata in mente, quando stamattina ho letto la notizia battuta dalle agenzie, è stata: ma come Attilio Fontana non aveva una scorta? Sembrerà strano porsi questa domanda ma in un paese (volutamente scritto con la p minuscola) a cui una scorta non si nega a nessuno, neanche a qualche parente stretto di qualche ex presidente dell’italica repubblica, il governatore della regione più importante della nazione (sempre con n minuscola) non ha una scorta?

Per i più distratti ricordiamo che la Lombardia ha il PIL, prodotto interno lordo, più alto fra le regioni italiane e tra i più alti in Europa (questa si con la E maiuscola). Che la Lombardia vanta verso lo stato centrale un residuo fiscale di oltre 54 miliardi l’anno. Che la Lombardia ha più abitanti non solo di Malta, Lussemburgo, Cipro e tutti i paesi dell’ex Jugoslavia, ma anche di Irlanda, Danimarca, Finlandia ecc. fino ad Austria, Svezia e Portogallo.

Il governatore della Lombardia conta molto più di molti ministri con o senza portafoglio, anche se il loro ce l’hanno ed in genere bel pienotto.

Il governatore della Lombardia dovrebbe amministrare politicamente, se fosse concessa quell’autonomia che per una regione con questi numeri dovrebbe essere sacrosanta, il motore dello stato (insisto con la s minuscola) col suo oltre 25% del PIL nazionale.

Adesso i sostenitori del “bisogna tagliare le spese, togliere i privilegi ai politici, via le auto blu e le scorte ecc.” grideranno allo scandalo. Io sono sostanzialmente d’accordo con i tagli degli sprechi, e chi non lo è, però bisogna capire cosa si va a tagliare e a chi. Il governatore della Lombardia che si voglia o no è una delle persone più importanti che abbiamo sul territorio e di conseguenza, purtroppo, più a rischio.

La seconda considerazione che mi viene spontanea è più politica.

Stiamo uscendo da una situazione che ha segnato un po’ tutti, chi più chi meno. Chi ha perso i suoi cari e chi ha “solamente” sofferto di una limitazione nei movimenti. Chi è stato malato ed è fortunatamente guarito e chi ha avuto un malato in famiglia o nella cerchia degli amici. Insomma un po’ tutti noi ne stiamo uscendo psicologicamente stremati. Io penso che in queste situazioni la politica abbia un ulteriore compito, oltre a quello di affrontare nel migliore dei modi l’emergenza, cioè quello di calmierare gli animi.

Se ad una popolazione già psicologicamente provata mandi in continuazione messaggi contro l’una o l’altra forza, accusando di mala gestione o di chissà quali altri interessi nascosti, per puri fini politici e per strappare qualche zero virgola nei sondaggi elettorali, l’unico risultato che ottieni è quello di esasperare le animi e mettere a dura prova l’intelligenza, già martoriata da madre natura, di alcuni personaggi.

In certi momenti storici il conflitto politico elettorale deve passare in secondo piano. La politica deve fare un passo indietro e pensare, almeno una volta, cos’è meglio per il paese.

Insomma passare dal “parlare alla pancia della gente” a “parlare al colon della gente” il passo è breve.

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Regista televisivo e teatrale

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