ZAIA: “Porto il Governo in Tribunale”.

Luca Zaia indubbiamente ha un rapporto molto difficile con il governo ed il premier Conte, non passa giorno per accorgersene. L’ultimo motivo di scontro, in ordine di tempo, la minaccia di portare l’esecutivo giallorosso ed il presidente del consiglio in tribunale a causa dei fondi spariti nel Decreto Rilancio per le zone rosse.

“Hanno fatto un decreto, è diventato legge, poi per la prima volta nella storia della Repubblica, con un comunicato, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo correggono. Se non lo modificano d’ufficio io lo farò modificare ad un tribunale perché questo decreto lo impugno” ha dichiarato il governatore veneto, venerdì mattina, a Radio 24 ospite di 24 Mattino, trasmissione radiofonica condotta da Simone Spetia, con la partecipazione di Paolo Mieli (l’ex direttore del Corriere della Sera interviene nella rassegna stampa) e Maria Latella (conduttice di Sky Tg24 che commenta le notizie del giorno), in onda dal lunedi al venerdì, a partire dalle ore 6.30, sulla radio di proprietà del Sole 24 ore.

Zaia contesta come il Veneto, nel decreto “incriminato”, sia completamente sparito come zona rossa. Una regione che purtroppo ha perso 1.820 abitanti, ha avuto circa 4.500 ricoverati ed è stata in prima linea nella lotta al Covid 19. Il Governatore lancia un’ulteriore provocazione, scommettendo sulla risoluzione del problema prima di arrivare in tribunale. Tutti i comuni dichiarati zona rossa hanno pari dignità e soprattutto tutti quelli dichiarati, per trenta giorni, hanno diritto ad accedere allo stanziamento di fondi per duecento milioni.

Anche il “folcloristico” governatore campano De Luca ha sollevato, a sua volta, la polemica dichiarando come il governo abbia il dovere di rispondere in maniera chiara su questi aspetti.

Zaia, nella sua presa di posizione, ha anche sottolineato che sia importante ridurre le catene decisionali, decidendo una volta per tutte di uscire dal medioevo dato dal centralismo romano e passare ad un nuovo rinascimento dato dal federalismo e dall’autonomia. Decisamente più opinabile il passaggio dove sottolinea che questo non debba significare una perdita di potere a Roma ma una consapevole assunzione di responsabilità da parte dei territori. Più pertinenti le conclusioni finali, il paese con le sue potenzialità può imboccare un nuovo corso passando a una totale riforma dello stato in senso federalista.

Federalismo, autonomia, argomenti che ultimamente gli uomini di maggior spicco dell’esercito salviniano sembravano aver totalmente cancellato dal loro vocabolario politico e che il governatore ha rimarcato. Questo, in periodi come quelli che stiamo vivendo, non semplici sotto tutti gli aspetti, francamente rincuora molto, sperando che sia una piccola luce di sole tra tante nubi.

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