
Qualche tempo abbiamo trattato la problematica delle accademie dello spettacolo, un settore tanto toccato dall’emergenza sanitaria quanto dimenticato dalle istituzioni. È vero che l’argomento sembra futile, che ci sono problematiche notevolmente più serie, però non va dimenticato l’indotto che gravita attorno a tutto il mondo dello spettacolo, della danza e del canto, e il valore sociale che queste attività svolgono per i nostri ragazzi.
In quell’occasione abbiamo contattato un’accademia dello spettacolo, l’HDE-MIA di Broni in Oltrepò Pavese, ponendo alcune domande alla direttrice della struttura Enrica Cabri. Siamo ritornati da lei per sapere come è stato vissuto questo periodo e come ci si appresta alla riapertura.

Signora Cabri finalmente si riapre.
Si finalmente si ricomincia,dopo una lunga chiusura che per noi dura dal 23 febbraio, praticamente 3 mesi. Ricordo benissimo quella domenica dove è stato un susseguirsi di telefonate e alla fine abbiamo avuto la notizia di chiusura definitiva fino a data da destinarsi. Una chiusura che per molti di noi, come per tantissime attività, ha creato molteplici difficoltà. Noi come tutte le associazioni siamo state praticamente dimenticate, in televisione si parlava di tutto tranne dell’arte e della cultura, è vero che in certi momenti la priorità è stata altra e non dobbiamo dimenticare quello che è accaduto e tutti i morti che ci sono stati, però mentre si parlava di molto altro potevano parlare anche di noi, invece silenzio assoluto.

Come è stato vissuto questo periodo dalle scuole di danza in particolare e dalle accademie dello spettacolo in generale? E per voi com’è stata? Qual’è stata la prova più difficile da affrontare?
È un stato un periodo drastico, la prima domanda che ci siamo fatti è stata “e senza le rette come facciamo? Sembra assurdo ma è così, un’associazione vive con i contributi degli associati, fermando tutto non avendo contributi eravamo nel panico. Ho passato dei giorni interi al telefono con i nostri associati, con gli insegnanti, con colleghi, soprattutto non mancava giorno che io e il nostro direttore artistico Brian Bullard non ci sentivamo. Io e Braian pensavamo, commentavamo e soprattutto speravamo in un’apertura. Con il passare del tempo abbiamo capito che il giorno della riapertura era sempre più lontano e pertanto sono subentrati altri pensieri. Spettacoli di fine anno accademico andati, concorsi finiti e soprattutto quest’anno con i ragazzi del corso di regia guidati dal nostro insegnante Roberto Pisani si era messo in produzione un film, era tutto pronto per le riprese quanto ci hanno bloccati, pensieri su pensieri. Insomma i pensieri non finivano abbiamo passato notti insonni con le domande come facciamo pagare l’affitto? E le bollette? Mi creda non si dormiva. Noi ci occupiamo di danza, canto e recitazione abbiamo oltre 200 associati e la domanda assidua era “se riapriremo e quando riapriremo torneranno tutti i nostri ragazzi? Eterne preoccupazioni in questi mesi. Tante scuole hanno organizzato lezioni online noi abbiamo deciso di fare altro in questo periodo è stato creato un giornalino che racconta questi mesi vissuti dai nostri ragazzi, abbiamo creato un concorso interno di tutte le nostre discipline, abbiamo fatto fotografare i nostri ragazzi con i genitori mentre ballano, abbiamo fatto scrivere poesie e canzoni insomma non ci siamo mai fermati.

Voi tenete parecchie tipologie di corsi, anche se il vostro fiore all’occhiello è la danza.
È vero noi teniamo corsi di danza di diverse discipline, dalla classica alla contemporanea, dal modern al modernjazz, al musical, dall’ hiphop al tip tap. Oltre la danza il canto amatoriale e professionale, alla recitazione e teatro, infine un corso di regia oltre i corsi per i genitori. Abbiamo corsi a partire dai 3 anni in su…..fino alla ginnastica dolce per i nonni.

Però la danza è una disciplina di contatto. Come pensate di organizzarvi per far fronte alle normative, imposte dai decreti, per tutelare la vostra salute e quella degli allievi?
Con la riapertura ci sono molte misure da rispettare, innanzitutto non ci saranno per la danza coreografie con contatti, passi a due o gruppi che si uniscono. Saranno tutte lezioni distanziate. Molte sono le precauzioni prese e soprattutto ci stiamo organizzando seguendo punto per punto le leggi. I genitori non potranno entrare all’interno della sede, i ragazzi e gli insegnanti dovranno cambiarsi le scarpe prima di entrare, non possono entrare con scarpe da esterno e soprattutto devono arrivare già vestiti per l’allenamento. All’ingresso ci saranno degli armadietti per depositare le varie borse e scarpe. Verrà misurata la temperatura e verranno messi igienizzanti ovunque, ad ogni fine lezione prima che inizia l’altra le aule vengono igienizzate (pavimenti, sbarre, attrezzi vari, specchi e bagni), nell’aula danza o nelle aule di tute le discipline dovranno essere rispettare le distanze pattuite, insomma stiamo cercando di trovarci pronti con tutto. Fortunatamente come abbiamo comunicato ai nostri associati che 8 giugno si riapre c’è stato quai un urlo di gioia collettivo e veramente pochi hanno deciso di tornare a settembre, mi creda che ha creato tanta commozione in me e non ho vergogna dirlo ho pianto, un pianto liberatorio.

Che programma avete per il prossimo futuro?
Guardi io sono una mina vagante di idee e progetti. La mia teoria è vedere rosa anche quando c’è nero, di essere sempre positivi. Pertanto in questi mesi, come le ho detto tutti i giorni mi sentivo con Brian Bullard ed era un continuo proporre ed inventarci cose, dove non arrivavo io arrivava lui, diciamo che abbiamo tantissime idee da sviluppare ora che riapriamo (l’intenzione è stare aperti giugno e luglio, non solo per i nostri associati ma anche per tutti coloro che vogliono associarsi e unirsi a noi) e idee da sviluppare il prossimo anno accademico. Non dimentichiamo la produzione del film. Insomma di idee ne abbiamo da vendere, bisogna essere positivi e cercare di continuare, sempre rispettando le disposizioni mascherine, guanti, igienizzanti, rispettare le distanze e soprattutto non dimenticare tutto quello che è accaduto. La parola d’ordine è rispettare e rispettarci, ma soprattutto non facciamo morire l’arte e la cultura, parte integrante di tutti noi.
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