Regioni Vs. Winston Conte

La satira sui social particolarmente scatenata.

Tutto riparte o quasi. Nel fine settimana, esattamente tra venerdì e sabato, è andata in onda l’ennesima puntata della diatriba tra le Regioni ed il Presidente del Consiglio, pro tempore (?) secondo alcuni ben informati, Winston Giuseppi. Politicamente, anche se volutamente certa stampa asservita, così come molti media, hanno evitato di sottolineare, una resa quasi totale del premier.

Le Regioni, ad eccezione della Campania, hanno di fatto forzato la mano a Conte, dichiarando terminata l’emergenza pandemia, assumendo il controllo totale, sull’intero paese, nella regolazione delle aperture delle attività lavorative. Sia i Governatori, felici per aver vinto su tutta la linea, sia il governo perdente su tutta la linea, hanno, come si dice in questi casi, cantato vittoria. Giuseppi, nelle sue solite autocelebrazioni, ha dovuto far buon viso a cattivo gioco, quasi elogiando gli “avversarsi”, ringraziati per cotanta cortese collaborazione. Non c’è che dire, incassato con eleganza un bel ko, forse augurandosi in un crollo economico più contenuto, meno devastante del previsto e da buon novello Ponzio Pilato, non addossandosi la titolarità di un allentamento sanitario, che i gufi “televisivi” Ricciardi, Lopalco, Burioni,vedono ancora rischioso.

Quindi tutto bene quel che finisce bene? No…. una resa così difficilmente non avrà conseguenze sul piano politico ed istituzionale. Arrivando a questa situazione che bypassa demenziali protocolli di pseudo sicurezza. Winston ha sempre omesso di prendersi in carico le responsabilità, soprattutto quella politica di scelte semplici e chiare, debole nel suo ruolo, cercando ed attaccandosi ad un esercito di esperti o presunti tali, con infinite task force inutili, costose e dannose.

I provvedimenti economici per arginare la crisi totalmente inesistenti, delle vere e proprie barzellette se non fosse che si parla della vita delle persone, un flop dietro l’altro senza un minimo di lungimiranza e programmazione. Ed impreparati si è arrivati anche a poche ore dalla riapertura, con molti imprenditori che hanno in tutti i modi sollecitato le riapertura e che, adesso in presenza del caos più totale, minacciano giustamente di rimanere chiusi.

Cosi mentre si decideva cosa decidere, con pochissime idee ma molto confuse e dopo l’ennesimo atto da ufficio complicazioni affari semplici, ecco che le Regioni hanno messo la freccia ed hanno superato il disorientato presidente del consiglio, decidendo da se. Prima da Palazzo Chigi hanno fatto i duri, mostrando i muscoli, con un novello Masaniello come il ministro Boccia, contro la governatrice calabrese Jole Santelli, poi dopo aver tardivamente capito che la situazione poteva rivelarsi un pericoloso boomerang, facendo una clamorosa marcia indietro, soprattutto notando che le insubordinazioni stavano diventando regola.

Quindi le Regioni hanno iniziato a emettere ordinanze, ognuna seguendo le proprie regole ed idee, fregandosene di bozze, protocolli folcloristiche e surreali. La sopravvivenza oramai è prioritaria. Cosi mentre venerdì si e’ tenuto un Consiglio dei Ministri che in teoria doveva promuovere ed approvare l’imposizione di protocolli standardizzati per tutti, a geometria variabile, analogamente la Conferenza delle Regioni ha deciso di imporre al governo un protocollo comune, avanzatissimo sul fronte riaperture che il governo ha dovuto accettare senza condizioni.

Digerito a fatica il boccone amaro il buon Conte, sabato ha “spacciato” la decisione come concordata e condivisa. D’altronde, come sottolineato anche dal Professor Remuzzi, il virus appare come enormemente indebolito e correre il rischio di fare ammalare la gente non per il virus ma per la fame o per l’insorgenza di patologie dovute al lockdown è un rischio che questa povera derelitta itaglietta non può certamente permettersi. Certamente la classe dirigente nazionale ha fallito ed ha alzato bandiera bianca, nel mentre stanno emergendo figure “locali” come Zaia, Bonaccini o come lo stesso Toti e la stessa Santelli che stanno oscurando anche i loro stessi leader. E nel caso di Zaia e Bonaccini più di qualcuno li vedrebbe bene al posto dei loro rispettivi segretari.

Sicuramente è finita una fase, quelle delle inutili autocertificazioni, di infiniti Dpcm e della dittatura dei virologi con la v minuscola. Qualcuno sostiene anche dei dead man walking……..

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