
È difficile parlare di una persona che ci ha lasciato senza cadere nella retorica, specie se chi è venuto a mancare lo ha fatto troppo presto. E per Ezio Bosso era veramente troppo presto. Troppo presto perché avrebbe potuto regalarci ancora tanta musica, anche se chiamarla musica è sicuramente limitativo. Lui non suonava: faceva librare nell’aria le note che con l’aria si fondevano e diventavano tutt’uno. E la respiravi!
La sua musica era ossigeno. Era vita! Quella vita che gli è sfuggita troppo presto! A 48 anni non è giusto morire, non è giusto per nessuno, tanto meno per chi durante il suo cammino regala così tanta poesia.

La vita.. Ezio Bosso con la vita ha sempre giocato. Un gioco allegro e triste allo stesso tempo. Un gioco dolce e crudo. Un gioco in cui non ha vinto nessuno, hanno perso tutti.
È stato un dare e avere. Ad Ezio la vita ha regalato un talento straordinario, una capacità di emozionare il prossimo, una forza interiore senza limiti. Però in cambio ha preteso tanto, anzi troppo.
Un cancro al cervello. E come se non bastasse la bestia arrivò anche quella malattia, quella che pian piano gli ha tolto la cosa che amava forse più nella vita: la possibilità di suonare.
“Non posso dare alla musica abbastanza. Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte a suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo”

Si era arreso Ezio, arreso alla possibilità di suonare a causa di una malattia neurodegenerativa che gli aveva compromesso l’uso delle dita.
Ma non si era arreso alla vita però.
“Andrò al sole ed abbraccerò un albero” diceva solo qualche giorno fa parlando del momento in cui “apriranno le gabbie” alludendo alla fine del periodo di emergenza sanitario per la pandemia COVID-19.
Non fece in tempo. Il gioco era finito. La vita, o meglio la morte, aveva vinto. E da vincitrice aveva portato via il piatto.

Ciao Ezio e grazie. Grazie di averci regalato così tanto. Grazie per averci regalato la forza di amare, amare la vita comunque la si conduca, amare la musica, amare lo spettacolo.
E noi che dello spettacolo abbiamo fatto un credo, che mettiamo sullo stesso piano la recita dell’oratorio con la prima della Scala perché ci dedichiamo ad entrambi con lo stessa passione e professionalità, noi che combattiamo tutti i giorni per tramandare ai giovani l’amore per il teatro, per la musica, per la danza, noi te ne siamo e saremo grati per sempre.
“The show must go on” cantava Freddy Mercury. Lo spettacolo deve continuare. E noi lo continueremo anche in nome tuo, con la passione e l’amore che ci hai messo tu, con la tua musica nel cuore.
Ciao Ezio. Adesso suoni assieme agli angeli.
Roberto Pisani
regista televisivo e teatrale
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