
Il TRS, Test rapido salivare, in grado di rilevare il Covid 19 in pochissimi minuti, funziona e sarà presto messo sul mercato con un vero e proprio kit. Il nuovo strumento e’ in grado di diagnosticare la positività al corona virus in un lasso di tempo che va dai tre ai sei minuti e funziona come un normale test di gravidanza. Il test e’ nato da una collaborazione tra l’Università dell’Insubria e l’Asst dei Sette Laghi, sotto la direzione del Professor Angelo Tagliabue Rettore di Insubria e del Professor Paolo Grossi, noto e stimato infettivologo, referente regionale e ministeriale per l’emergenza Covid 19.
L’idea nasce dal ricercatore di Odontoiatria Lorenzo Azzi e dal professore di Biochimica Mauro Fasano. La sperimentazione è stata effettuata nel laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale del Circolo di Varese diretto dal Professor Fausto Sessa, dove in circa due settimane, sono stati esaminati i campioni di saliva di 137 pazienti sottoposti a tampone e risultati sia positivi e sia negativi allo stesso. La realizzazione dei kit e dei reagenti è stata effettuata nei laboratori di Busto Arsizio dell’Insubria sotto il coordinamento della ricercatrice Tiziana Alberio. Ogni campione è stato sottoposto a due test: quello molecolare condotto dalla ricercatrice Andreina Baj e quello sperimentale.
Azzi conferma che il test e semplice e sicuro da usare e consente un immediato screening di primo livello alla popolazione con l’obbiettivo di identificare soggetti positivi, in modo particolare i famosi asintomatici. Una volta individuati dovranno eseguire test diagnostici di riferimento che, basandosi su metodiche molecolari, necessitano del laboratorio con tempi più lunghi di elaborazione. Secondo il Professor Fasano la sensibilità del test, in base ai dati raccolti, è risultata elevata, con margini di miglioramento già previsti per la prototipizzazione industriale, sottolineando come il passaggio dallo studio alla realizzazione di un progetto a favore della comunità da un grandissimo valore all’attività della ricerca scientifica.
L’Università dell’Insubria ha stilato un accordo con la NatrixLab di Reggio Emilia la quale è già operativa per fornire in tempi celeri alcuni prototipi con assemblaggi che discostano leggermente tra loro e che saranno validati in tempi altrettanto rapidi in modo da poter passare alla realizzazione del test su larga scala a basso costo.
La NatrixLab opera a livello nazionale ed internazionale, ha maturato un know-how di altissimo livello nella diagnostica sviluppando un service di laboratorio in grado di gestire tutte le fasi del processo e vanta oltre 6800 clienti quali farmacie, poliambulatori, medical spa e medici che hanno scelto di affidare la salute dei loro pazienti ai servizi alla società reggiana.
L’ultimo iter necessario prima di arrivare sul mercato risulta essere la certificazione. Secondo Fasano il test salivare è estremamente semplice da poter essere utilizzato da chiunque ma la certificazione ad uso autonomo richiede tempistiche molto lunghe al contrario di quella sotto controllo medico che richiede solo una quindicina di giorni. All’inizio il test, come già quello sierologico, sarà gestito da una figura sanitaria che collaborerà, per esempio, con le forze dell’ordine per i controlli, diversamente con le aziende che vorranno sottoporre i loro dipendenti all’esame e soprattutto, si augura Fasano e ci auguriamo vivamente anche noi, con i medici di base.



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