Bellanova. Colpo di spugna..e di mascherina su 600mila immigrati irregolari per sconfiggere il caporalato.

Il Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, l’ha detta grossa. “Senza furori ideologici o ipocrisie sia lo Stato a farsi carico della vita dei 600 mila irregolari, spesso sfruttati in modo inumano, che già lavorano in Italia alla mercé di quella criminalità che chiamiamo caporalato e che per me significa mafia”.

E via che il circo parte. Chi si ricorda più del coronavirus. Tutti sulle barricate pro o contro quella che molti considerano una provocazione ma altri una proposta a cui prestare attenzione.

Ma vediamo un po’ di numeri. Del totale, circa 200mila lavorano in nero come collaboratori domestici, ovvero puliscono le nostre case ed accudiscono in nostri anziani. E per molti “datori di lavoro”, meglio pagarli in nero che pagarci le tasse.

Alcuni studi, stimano in 3-400 mila gli immigrati che lavorano in nero nei campi,  3 euro a cassone da 375 chili di ortaggi, 12 ore di seguito.E’ un fatto che il caporalato la faccia da padrone perché ricordiamoci che questo non è un paese di stinchi di santo. Dove c’è lavoro nero, nella stragrande maggioranza dei casi dietro c’è un italiano che ci guadagna.

Chi vi scrive ha combattuto per anni l’immigrazione clandestina, politicamente ed attivamente e chi mi conosce lo sa. Ma vediamo di essere razionali e non lasciarci prendere dai moti di pancia. Siamo onesti con noi stessi.

Bellanova. Colpo di spugna..e di mascherina su 600mila immigrati irregolari per sconfiggere il caporalato. 2 Nord Notizie

Chi da lavoro nelle nostre case agli immigrati irregolari per fare i badanti, i babysitter, le colf? Nella stragrande maggioranza dei casi, italiani. Torna loro comodo. Non pagano tasse e contributi e possono “licenziare” dalla sera alla mattina. Vorreste essere trattati così?

E passiamo ai campi. In Veneto è da tempo che la manodopera immigrata viene utilizzata, spesso integrata correttamente nella società, perché i veneti disposti a lavorare i campi sono sempre meno. Il problema è principale è come al solito al sud. La politica li è diversa. La manodopera a costo di fame da pochi euro al giorno non l’abbiamo inventata noi, è purtroppo la dura realtà.

Migliaia e migliaia di immigrati, con lo spettro del foglio di via (che da noi ha il valore di un biglietto del bus) che si piegano ad un lavoro durissimo, senza diritti, unica via per evitare l’altra faccia della medaglia, la malavita organizzata, sia essa italiana o straniera.

Allora diciamoci francamente che il problema è un’altro. Non sta in coloro che ormai sono nel paese. Questo sistema che non li riconosce ma li fa lavorare nel sottobosco della legalità non funziona.

E dalle informazioni acquisite è stata realizzata una stima che quantifica in 30.000 il numero di aziende che ricorrono all’intermediazione tramite caporale, circa il 25% del totale delle aziende del territorio nazionale che impiegano manodopera dipendente. Il 60% di tali aziende ingaggiano quelli che nel Rapporto sono definiti ‘caporali capi-squadra’, che si differenziano per rapporti di lavoro comunque decenti (seppur irregolari), da quelli indecenti e gestiti dai caporali collusi con le organizzazioni criminali, se non addirittura mafiose.

Le condizioni di lavoro sono indecenti. Una paga media tra i 20 e i 30 euro al giorno; lavoro a cottimo per un compenso di 3/4 euro per un cassone da 375 kg; un salario inferiore di circa il 50% di quanto previsto dai Ccnl. I lavoratori sotto caporale, con un orario medio che va da 8 a 12 ore di lavoro, devono pagare il trasporto a secondo della distanza (mediamente 5 euro); beni di prima necessità (mediamente 1,5 euro l’acqua, 3 euro panino, etc.)

Ma guardiamoci in faccia. Quante volte dietro a tutto ciò c’è un italiano? Fate un vostro esame di coscienza e datevi una risposta. Qualcuno promise di espellere questa massa di immigrati in pochi anni. Fu una promessa come tutte le altre. Ma parliamoci chiaro, E’ una verità che molti lavori gli italici disoccupati non si degnano di fare. Quindi basta slogan ed affrontiamo il problema seriamente, sulla base delle necessità e non sulla base dei sondaggi politici.

Quindi non trovo scandalosa la provocazione della Bellanova. Ciò che trovo scandaloso è che ancora non si sia deciso di definire una linea di comportamento ferma ma realistica sugli ingressi nel paese. I paesi civili gestiscono gli ingressi in base alle necessità interne. Noi gestiamo gli ingressi in base ai sondaggi elettorali. Questo è il vero problema. Che la Bellanova dia una soluzione anche a questo e siamo convinti che la quadra verrà trovata.

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Gianantonio Bevilacqua, giornalista pubblicista dal 1998 Ordine dei Giornalisti - Regione Lombardia. , Esperto di difesa e politica

1 Commento

  1. Chi sa perchè questa b……a e i suoi amici parassiti non individuano i parassiti che percepiscono il reddito di cittadinanza e li mandano a lavorare nei campi, certo, chi è in grado di farlo, e poi vediamo se veramente serve regolarizzare o rimpatriare chi è irregolarmente sul nostro territorio. E non sarà difficile individuare aziende che necessitano manodopera stagionale e, in base alle loro esigenze, obbligarle all’ assunzione.

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