
“Se qualcuno in sanità pensa di poter dire di gestirla tutta da Roma non troverà ostilità solo da parte di Bonaccini ma da parte dei cittadini emiliano-romagnoli.” Con queste parole pronunciate durante la trasmissione “L’aria che Tira” di cui era ospite, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, interviene nel dibattito sulla possibilità di centralizzare la sanità, dopo l’ipotesi avanzata da alcuni esponenti del governo di commissariamento del settore in Regione Lombardia.
Una presa di posizione decisa quella del governatore, che ricordiamo ha iniziato il percorso dell’autonomia della regione che governa, al pari di Lombardia e Veneto, scegliendo però la via istituzionale in luogo a quella referendaria.
“Adesso è bene che continuiamo a combattere il Coronavirus, poi, un minuto dopo, discuteremo di ingegneria istituzionale, che credo non freghi a nessuno.” aggiunge il presidente “ Abbiamo dovuto prendere decisioni differenti, territorio per territorio, blindando medicina, salvando così la città di Bologna”.
Ed in merito alle future decisioni che il governo dovrà prendere per contrastare l’emergenza aggiunge “questa settimana ho sentito discorsi di gente che non sapeva di cosa parlava: le regioni non possono allargare le decisioni del governo sulle attività che devono aprire. Dalla conferenza delle Regioni abbiamo consegnato al governo una paginetta con quattro punti cardine, chiedendo in primis linee guida nazionali per le protezioni e i distanziamenti. Poi, importante, ci sono dei settori che devono ripartire, e cioè dall’automotive alla moda, ceramiche e legno, e poi i cantieri pubblici e privati dell’edilizia. Per questo serve un accordo tra le parti.”
Su una cosa Bonaccini è d’accordo col suo collega lombardo Attilio Fontana “va bene la riapertura il 4 maggio se sarà a livello nazionale ed in Emilia Romagna siamo pronti. E vorrei sottolineare che non è che hanno chiuso tutti in questi due mesi: le filiere agroalimentari sono rimaste aperte, con migliaia di dipendenti, e i contagi si contano sulle dita di una mano. L’importante è garantire la sicurezza dei lavoratori.”
Insomma un Bonaccini a tutto campo che ribadisce la sua convinzione autonomista, pur sottolineando l’importanza della centralità del governo nella gestione dell’emergenza, e che fa da sponda al governatore di Regione Lombardia sul tema della sanità.
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