Roberto Maroni: il solito rito romano anche ai tempi del coronavirus

Roberto Maroni

Roberto Maroni è stato Governatore della Regione Lombardia dal 2013 al 2018, Segretario Federale della Lega Nord, Ministro dell’Interno e Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Vice Presidente del Consiglio.

Intervista a Roberto Maroni

Roberto Maroni, in questo momento estremamente particolare di Covid19, come valuta l’operato del Presidente del Consiglio e i continui scontri tra Governo e Regioni e tra Governo e Sindaci?

La pandemia Covid 19 è una emergenza globale, in due sensi: sta colpendo tutti i Paesi del mondo e non è una questione che riguarda solo la sanità, ma anche il lavoro, l’economia, l’organizzazione sociale, il sistema di welfare. Nessuno era pronto ad affrontare una situazione simile, men che meno i governi nazionali. Le misure sin qui adottate dal governo italiano sono necessarie e utili, ma ancora insufficienti. Sia per la scarsa quantità di risorse economiche messe in campo, sia per l’assenza (finora) di una visione di prospettiva per il dopo. Servono misure extra-strong a sostegno delle nostre piccole e medie imprese: va bene l’estensione della cassa integrazione in deroga (l’avevo inventata io nel 2004 da ministro del lavoro), ma non basta, ci vogliono misure di sostegno dirette, bisogna cancellare il divieto di “aiuti di Stato” imposto da un Europa che si è dimostrata sin qui assente (se non addirittura nemica), è necessario evitare che il blocco della produzione e l’azzeramento dei fatturati metta le PMI fuori mercato e le costringa a chiudere, licenziando centinaia di migliaia di lavoratori. Sugli scontri tra Istituzioni (una follia) rispondo più avanti.

Che pensiero si è fatto del Ministro Boccia che, tra l’altro, le ha chiesto di entrare nella commissione di lavoro sull’autonomia differenziata e che a metà febbraio ha dichiarato che chi non vuole l’autonomia si mette contro la Costituzione e qualche giorno fa ha dichiarato che con l’autonomia differenziata per il Nord sarebbe stato un disastro?

Ho stima e fiducia nel ministro Francesco Boccia, altrimenti non avrei accettato di entrare a far parte della Commissione speciale per l’autonomia differenziata che lui ha costituito l’anno scorso. È vero, qualche giorno fa ha fatto dichiarazioni non condivisibili, ma ha anche precisato che non erano un attacco alle autonomie. Per me resta fermo il suo indirizzo, più volte ribadito, di fare tutto ciò che sarà necessario per garantire la piena attuazione degli accordi sull’autonomia con le regioni che l’hanno richiesta (in primis Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna). Riprenderemo l’iniziativa appena le condizioni lo permetteranno, e sono convinto che con lui si faranno quegli importanti passi avanti, nella direzione giusta, che finora non si sono visti. Se questo avverrà continuerò a far parte della Commissione Boccia. Se invece prevarrà la linea contraria (sostenuta da parte della maggioranza di governo), beh, arrivederci e grazie, riprenderò la battaglia sull’autonomia dal territorio.

Andrea Orlando (Pd) ed il reggente del Movimento 5 Stelle Vito Crimi sostengono che la Sanità debba ritornare in capo allo Stato, lei cosa ne pensa?

Appunto, come dicevo, penso tutto il male possibile di una proposta simile. Va contro la storia, va contro la Costituzione, ma soprattutto va contro il popolo padano (si può ancora dire? Io penso di si….) che il 22 Ottobre del 2017 ha rivendicato a gran voce l’autonomia differenziata, cioè la possibilità di autogovernarci tenendoci quell’ingente residuo fiscale che oggi va disperso nei mille rivoli dell’assistenzialismo improduttivo (vedi reddito di cittadinanza). La strada da seguire per rafforzare il nostro sistema sanitario è proprio l’autonomia, con i costi standard che premiano chi governa bene e costringono le regioni spendaccione a migliorare i propri servizi riducendo la spesa clientelare.

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Il Rito Ambrosiano, l’ultimo libro di Roberto Maroni

In questo periodo credo stiano emergendo inevitabilmente le divergenze tra il rito ambrosiano ed il rito romano, lei che del rito ambrosiano è un cantore, che osservazioni si sente di fare?

Gli scontri tra Governo e Regioni e tra Governo e Sindaci sono una vera follia. Siamo in guerra, e serve l’unione di tutti, a prescindere dalle appartenenze politiche. Quando si combatte un nemico così insidioso e invisibile l’ultima cosa da fare è dividere le forze e polemizzare. Purtroppo questo sta succedendo: alcuni rappresentanti delle Istituzioni (e non parlo dei Governatori delle regioni del Nord) pensano di usare la pandemia per fini politici, personali o di partito. È il solito “rito romano”, che conosco molto bene, che antepone sempre il proprio interesse di parte a quello collettivo. Ma in questo caso non funziona: la gente è attenta e preoccupata, certo, ma segue con attenzione la situazione e capisce chi si impegna per il bene comune e chi invece specula.

Roberto Maroni: La conclusione la lasciamo a Lei …

Concludo con una speranza, un ringraziamento ed un auspicio. La speranza è che questo caos finisca presto, che si trovi un vaccino e che la vita normale riprenda a riempire le nostre giornate. Il ringraziamento di tutto cuore è agli eroi in camice bianco, medici, infermieri, volontari, che giorno e notte, negli ospedali, rischiano la vita per dare un aiuto concreto a chi sta male. L’auspicio è che in questa situazione di straordinaria difficoltà la concretezza del rito ambrosiano si imponga finalmente sulla “palude romana” (vi ricorda qualcosa questa espressione?) e si realizzi il sogno di autonomia e federalismo che ha sempre guidato l’azione politica di Bossi, di Miglio, della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e di tutti i “militanti ignoti” che per tanti anni hanno combattuto per i nostri ideali di libertà.

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