Intervista a Pietro Bussolati, consigliere regionale lombardo PD

Consigliere Bussolati, lei, oltre ad essere consigliere regionale PD, è anche membro della direzione centrale del suo partito. Questo periodo drammatico ha visto ancora una volta lo scontro tra istituzioni regionali e governative sulla gestione dell’emergenza. Decreti, ordinanze, ritardi. Lei da Lombardo di opposizione, avendo sotto agli occhi tutta la drammaticità della situazione reale, cosa si sente di dire?

Io credo che nel rispetto dei ruoli di chi si trova a governare in una crisi come questa, sia legittimo far sentire una voce rispettosa ma critica. Vale a livello regionale e vale a livello nazionale. Il non disturbare il manovratore non credo funzioni in una democrazia, chi governa deve saper far sintesi, Gualtieri a livello nazionale ha ringraziato per i contributi dell’opposizione nel decreto economico di Marzo. La stessa attenzione non c’è purtroppo in Regione Lombardia e dico purtroppo perché in diverse occasioni abbiamo segnalato a Fontana e Gallera l’assenza di iniziative di assistenza domiciliare e prevenzione che rischiavano drammaticamente di lasciare gli ospedali come unici elementi a difesa della salute dei lombardi.

Come lei sa, da molti anni i tagli della sanità alle regioni hanno in parte prodotto il disastro cui stiamo assistendo, consapevoli che questa è una emergenza non prevedibile. Lei è anche un’avanguardia nel PD nel proporre una Autonomia regionale sostenibile e solidale. Avrebbe l’Autonomia avuto effetti positivi in termini organizzativi e strutturali quantomeno nelle regioni già attrezzate dal punto di vista di bilancio e di sostenibilità?

L’autonomia è uno strumento che si può usare bene o male. Il Veneto grazie alle autonomia ha deciso di fare test in modo massivo, mappando i focolai meglio della Lombardia, l’Emilia Romagna ha potenziato l’assistenza sanitaria territoriale riuscendo a gestire a domicilio molti pazienti Covid e puntando sull’innovazione per raddoppiare i posti di terapia intensiva, altre Regioni hanno sviluppato da subito azioni molto efficaci per prevenire. La Lombardia si è invece distinta per quotidiane polemiche con la Protezione civile nazionale e l’assenza di una difesa efficace verso il personale sanitario che inconsapevolmente ha esposto i medici al contagio con il rischio di tramutarli in un veicolo e non in un argine all infezione. Ci si è imbarcati nella realizzazione di un ospedale centralizzato, finanche rallentando la costruzione degli ospedali da campo nelle provincie più colpite. L’Autonomia non può significare solo chiedere denari a Roma ma deve voler dire responsabilizzazione e se l’ultimo Piano di emergenza è datato 2009 significa anche grave responsabilità.

Cosa si sente di dire al suo Governatore Fontana, all’assessore alla sanità Gallera con il quale è andato in aperta polemica ma che si trova a dover gestire qualcosa di paragonabile solo ad una guerra, al Ministro Boccia ed al Premier Conte per trovare una quadra che vada a favore della vita delle persone, ma anche ad una situazione economica drammatica?

Chiedo a tutti di lavorare da subito nella direzione indicata dalla Sud Corea: più che le restrizioni (importanti) conta la prevenzione e la protezione: test, test e ancora test e assistenza domiciliare per non lasciare soli gli ospedali. Credo che su questi aspetti tutti possano fare qualcosa di più in una collaborazione tra le funzioni. Non serve mettere paura, serve un lavoro serio territoriale.
Il Governo ha messo già 25 miliardi e ne ha promessi altrettanti per Aprile, poco o tanto lo vedremo, per ora sono numeri, Regione potrebbe inserire un pacchetto di misure ulteriori per accompagnare la mole di risorse nazionali con provvedimenti ad hoc su questioni specifiche, faccio un esempio su tutti, tramite Finlombarda attivare un pacchetto di contributi per l’innovazione digitale nella micro e piccola impresa, coniugando il lavoro dei centri di ricerca e Università con le piccole unità economiche esposte alla crisi.

Cosa ne pensa di Draghi premier di salvezza nazionale post crisi?

Credo che i lombardi e gli italiani si aspettino tutto fuorché una crisi politica durante una emergenza sanitaria. Draghi è una figura riconosciuta a livello nazionale che ha saputo gestire brillantemente una crisi internazionale dolorosissima, ma sono certo che non vorrebbe che il suo nome fosse speso per strane manovre di palazzo o ribaltoni politici

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Gianantonio Bevilacqua, giornalista pubblicista dal 1998 Ordine dei Giornalisti - Regione Lombardia. , Esperto di difesa e politica

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