Dott. Marco Travaglio, non aboliamo le Regioni ma ripristiniamo le Province

marco travaglio

Qualche giorno il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, ospite del un nuovo programma di approfondimento condotto da Luca Sommi dal titolo “Punto Esclamativo”, rilasciò alcune dichiarazioni sull’attuale emergenza sanitaria in Italia.

Ne riportiamo, virgolettate, alcune

“Dipendesse da me abolirei le Regioni: il totem indiscutibile dell’autonomia regionale si sta dimostrando una palla al piede”.

“Mai come in questo momento si è visto che l’autonomia regionale veniva considerata un valore, anzi addirittura un totem indiscutibile, non era mai abbastanza, doveva essere continuamente incrementata, e invece è una palla al piede.”

E ancora “ogni volta che il governo deve prendere una misura d’urgenza sulla base di dati e di indicazioni scientifiche che arrivano al momento, deve fermare le bocce, chiamare 20 presidenti di regione, ognuno con le sue fissazioni o anche con le sue esigenze comprensibili che, naturalmente, non sono mai le stesse della regione vicina.”

“Ogni Presidente ha una posizione diversa dagli altri 19, dopodiché deve mettere d’accordo tutti fare una cosa che, in uno stato serio, farebbe il governo, valida per tutto il territorio nazionale.”

Dott. Marco Travaglio, mi ascolti un attimo…

Ecco dott. Marco Travaglio, ho aspettato un po’ a risponderle perché volevo metabolizzare bene quanto da lei dichiarato. Sinceramente non concordo per nulla sulla sua tesi, e se ha la pazienza di leggermi qualche minuto glielo motivo.

Premetto che sulla forma dello stato ognuno è libero di pensarla come meglio crede, ma credo di aver capito da queste sue dichiarazioni che lei predilige uno stato forte, centralista, con pieni poteri. Curioso: proprio quei pieni poteri che qualche tempo fa un leader politico richiese e fu osteggiato a gran voce proprio dalle righe del suo giornale. Ma tant’è: i tempi cambiano.

Ma voleva provocare, o diceva sul serio?

Quello da lei auspicato, spero in modo provocatorio come ci ha da sempre abituati, ossia l’abolizione delle Regioni, va in contrasto con quello che dovrebbe essere uno dei fondamenti della forma di un qualsiasi stato civile al mondo: la democrazia!

L’Italia, a mio avviso, non ha bisogno di uno stato centrale forte che potrebbe essere l’anticamera, Dio non voglia, di un uomo solo, forte, al comando. L’Italia ha già dato, anche no grazie!

Entrando nello specifico non so esattamente a quale decreto si riferisce quando dice che il premier ha dovuto sentire prima i 20 Presidenti, perché i fatti dicono l’esatto contrario. In ben due occasioni il governo centrale ha fatto suo un decreto emesso dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, estendendolo a tutto il territorio nazionale, nel nome di quel “siamo tutti uguali, da Nord a Sud” (parole del premier) tanto caro a tutti i governi centralisti del mondo.

Grazie per l’attenzione, e le lascio una considerazione

Dott. Travaglio nel ringraziarla per l’attenzione la lascio con una piccola e modesta considerazione: non aboliamo le Regioni ma ripristiniamo le Province. Esse costituiscono il vero ente vicino ai territori e proprio in questi momenti sarebbero state utilissime per adattare i provvedimenti alle esigenze dei territori stessi, seguendo le linee guida di stato e regioni, ma limandole o estendendole a seconda della necessità ambientali, culturali ed economiche. Non sempre bisogna fare di tutta l’erba un fascio.
Con cordialità.

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Regista televisivo e teatrale

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